L'illustre casata Ramires by José Maria Eça de Queiros

L'illustre casata Ramires by José Maria Eça de Queiros

autore:José Maria Eça de Queiros [Queiros, José Maria Eça de]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Classici
editore: Armando Curcio Editore
pubblicato: 2015-05-11T22:00:00+00:00


Capitolo VII

Goncalo stava ritornando a casa per la colazione dopo una passeggiata nel frutteto scorrendo la ” Gazeta do Porto “, quando scorse sul banco di pietra accanto alla porta della cucina, dove la Rosa stava cambiando il panico nella gabbia del suo canarino, Casco, José Casco di Bravais, che aspettava pensoso e abbattuto con il cappello sulle ginocchia. Subito, per evitarlo, tornò a immergersi nel giornale. Ma si accorse che l’uomo, in tutta la sua scarna magrezza, si era staccato dall’ombra della pergola e avanzava nella luce accecante del cortile, esitando, come spaventato… Animato dalla vicinanza della Rosa, si fermò tentando di sorridere, mentre Casco si rigirava tra le mani tremanti la tesa rigida del cappello, balbettando: « Se Vossignoria mi volesse far la carità di una parola… ». « Ah, siete voi, Casco! Diamine, non vi ho riconosciuto… E così? ».

Piegò il giornale, tranquillizzato, godendo anzi la sottomissione di quello smargiasso che tanto lo aveva terrorizzato, alto e nero come un pino nella solitudine della pineta. E Casco, senza voce, allungava, tirava il collo dentro il pesante colletto ricamato, finché alla fine esalò tutta l’anima in una supplica che era un singhiozzo e trattenendo a stento le lacrime: « Ah, mio Fidalgo, mi perdoni per carità! Mi perdoni, che io non so neanche chiederle perdono! ».

Goncalo lo interruppe con generosità e con dolcezza. Glielo aveva pur detto! Non si rimedia a nulla gridando, alzando il bastone…

« E badate, Casco! Quando vi ho incontrato nella pineta, avevo in tasca una pistola… La porto sempre con me, da quando una notte a Coimbra due ubriachi mi hanno assalito, la porto sempre, per precauzione… Pensate un pò che disgrazia, se l’avessi tirata fuori, se avessi sparato!… Che disgrazia, pensate un po’!… Fortunatamente in un lampo pensai che mi rovinavo, che vi avrei ucciso, e sono fuggito. È per questo che sono fuggito, per non sparare… Beh, ormai tutto è passato. E io non sono il tipo da serbar rancore, ho già dimenticato, A patto che, adesso che vi siete calmato e sapete quel che fate, dimentichiate anche voi ».

Casco continuava a spiegazzare la tesa del cappello a testa bassa. E senza rialzarla, senza osarlo, roco per i singhiozzi che lo soffocavano.

« Invece è proprio adesso che mi ricordo, signore! È adesso che mi rodo per quella follia! Adesso! dopo quello che Vossignoria ha fatto per mia moglie e per il bambino!… ». Gonçalo sorrise, alzò le spalle:

« Sciocchezze, Casco!… Vostra moglie si presentò qui di sera sotto la pioggia… E il piccolo era malato, poverino, aveva la febbre… Come sta, adesso, Manuelzinho? ». Casco mormorò dal fondo della sua umiltà: « Dio sia lodato, signore, sta proprio benino, è forte ». « Meno male… Mettetevi il cappello. Mettetevi il cappello, santo Dio! E arrivederci!… Non dovete ringraziarmi, Casco… Anzi? sentite. Portatemi qui il bambino. Mi piace. È molto intelligente ».

Ma Casco non si muoveva, sembrava inchiodato al suolo. Alla fine, scoppiando in singhiozzi:

« È che io non so come dirlo, Signoria…



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